Adiconsum: “No al bavaglio che il Decreto Romani vuole mettere alla comunicazione ed in particolare ad internet”

Adiconsum chiede che il Governo apra un tavolo con tutte le Associazioni dei Consumatori e con i player sia italiani che stranieri.

"Ancora una volta – dichiara Paolo Landi, Segretario generale Adiconsum – si tenta di mettere il bavaglio alla libera informazione, inventando decreti legislativi come il Decreto Romani, che tentano di stravolgere lo spirito e la lettera delle norme europee". "La stessa Agcom alla quale il Decreto conferisce ampi poteri – continua Pietro Giordano, Segretario nazionale Adiconsum – ha espresso forti dubbi sul testo proposto dal Governo. Non è possibile immaginare di introdurre un’apposita autorizzazione per la diffusione continua in diretta e su internet, come vuol fare il Decreto Romani, perché ciò significherebbe mettere il bavaglio alla rete ed alla democrazia, equiparandoci a certi paesi asiatici e contravvenendo alle norme europee, con la conseguente apertura di una procedura d’infrazione. Adiconsum ricorda al Governo che qualunque provvedimento che restringa l’accesso a Internet può essere imposto solo se ritenuto "appropriato, proporzionato e necessario nel contesto di una società democratica" e a condizione che, "nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza e del diritto alla privacy", sia garantita "una procedura preliminare equa ed imparziale, compresi il diritto della persona o delle persone interessate di essere ascoltate" ed "il diritto ad un controllo giurisdizionale efficace e tempestivo". Pur ricordando come le Authority svolgano un buon lavoro, in molti casi – continua Giordano – non ci si può dimenticare che esse sono nominate dai Governi e/o dal potere politico, e che quindi il coinvolgimento diretto delle Organizzazioni dei Consumatori e dei players sia italiani che stranieri, soprattutto in temi così delicati, sono indispensabili. Adiconsum chiede che il Governo apra un tavolo con le associazioni dei consumatori e con i player italiani e stranieri non solo sulla direttiva europea, ma anche sul decreto Romani".

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