Caso relative a presunte pressioni su RAI e Agcom per Annozero: non esiste il danno certo. PM: archiviazione per premier e anche per Masi e Innocenti

Nessuna violazione di legge e danno certo inesistente. Per questo motivo potrebbe finire in archivio l’inchiesta dalla Procura di Roma sulle presunte pressione messe in atto da Silvio Berlusconi nel 2009 per far sospendere la trasmissione ‘Annozero’ condotta da Michele Santoro.

I pm capitolini hanno avanzato al gip la richiesta di archiviazione della posizione del presidente del Consiglio e degli altri indagati per abuso d’ufficio: Mauro Masi, ex dg della Rai, e Giancarlo Innocenzi, ex commissario Agcom. L’inchiesta, nata come costola di una più ampia indagine condotta dalla Procura di Trani sulle carte di credito revolving, è stata trasferita per competenza territoriale a Roma il 24 marzo dello scorso anno. Inizialmente i pm di piazzale Clodio avevano ipotizzato a carico di Berlusconi i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione ai danni di Masi e di Innocenzi (che risultavano parti offese), ma lo scorso 19 luglio il Tribunale dei ministri decide di archiviare le due ipotesi di reato ipotizzando, invece, l’abuso d’ufficio ed estendendolo anche all’ex dirigente Rai e all’ex commissario dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. Secondo il collegio speciale per reati ministeriali nella condotta oggetto dell’inchiesta non è prefigurabile la concussione ai danni dell’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, nè le minacce ai danni dell’Autorità delle Comunicazioni per far chiudere Annozero, come, invece, ipotizzato dai pm pugliesi. Su queste due fattispecie il tribunale ha archiviato la posizione di Berlusconi. In base all’ esame di diciotto intercettazioni telefoniche, per i giudici del tribunale dei ministri è configurabile l’ipotesi di abuso d’ufficio per tutti e tre i protagonisti della vicenda. Ora il capo della Procura di Roma Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna hanno chiesto al gip l’archiviazione del procedimento per «mancata violazione di legge e l’inesistenza di un danno certo». Il caso giudiziario era partito dalla procura di Trani come tranche di un’inchiesta su alcune carte di credito del circuito American Express. Indagando per truffa e usura la procura pugliese si ritrovò sul tavolo intercettazioni di conversazioni telefoniche tra il presidente del Consiglio, l’ex commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e l’ex direttore generale della Rai in cui si parlava del destino di alcuni talk show del servizio pubblico televisivo.(ANSA)

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