DTT. Aeranti-Corallo: occorre recuperare risorse frequenziali per comparto tv locali e favorire accordi tra emittenti interessate a condividere mux

"Con l’approvazione della legge di stabilità 2011, i canali complessivamente disponibili per le trasmissioni televisive digitali sono stati ridotti da 56 a 47.

Tale riduzione degli spazi trasmissivi doveva riguardare l’intero sistema televisivo”. Marco Rossignoli, coordinatore dell’associazione Aeranti-Corallo, nel corso dell’esposizione della propria relazione annuale al RadioTv Forum 2012 (promosso dalla stessaAeranti-Corallo), non ha mancato di sottolineare che “tale riduzione è stata inaccettabilmente posta a carico del solo comparto televisivo locale, con la conseguenza che le frequenze sono diventate quantitativamente insufficienti per consentire a tutte le tv locali di diventare operatori di rete nelle dieci regioni che dovevano essere ancora digitalizzate al 1° gennaio 2012 e per consentire alle tv locali di continuare a svolgere l’attività nelle dieci regioni già interamente digitalizzate a tale data”. Rossignoli, dunque, ha sostenuto la necessità “da una parte, che vengano recuperate ulteriori risorse radioelettriche per il settore televisivo locale e, dall’altra parte, che vengano favoriti gli accordi tra le emittenti interessate a condividere le reti e i relativi multiplex per diffondere i rispettivi programmi.” Ha poi aggiunto: “Il recupero di ulteriori frequenze dovrebbe avvenire destinando al sistema televisivo locale almeno due frequenze del cosiddetto ‘beauty contest’.” Per l’esponente del sindacato radio-tv “Il dividendo dovrebbe essere ridotto da sei a quattro frequenze, affinché due frequenze possano essere utilizzate per incrementare le risorse disponibili per le tv locali.” Sempre sul fronte televisivo, Rossignoli ha chiesto che venga chiarita la posizione italiana in ordine a quella che sarà la destinazione a partire dal 2015-2016, della banda 700 (canali 49-60). “Infatti – ha aggiunto il coordinatore dell’associazione – l’eventuale sottrazione di ulteriori canali alla radiodiffusione televisiva sarebbe, evidentemente, inaccettabile per il settore”. (E.G. per NL)

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