DTT, altra discriminazione per le locali: fornitori servizi media audiovisivi nazionali su mux locali solo con LCN tra 75 e 84

Anticipando gli effetti di un vincolo che, con ogni probabilità, sarà dettato dalla legge di Stabilità, Agcom, con un parere reso al MSE-Com l’11 novembre scorso, ha chiarito che ai servizi di media audiovisivi nazionali veicolati da mux locali spettano identificatori LCN diversi da quelli previsti per i contenuti ospitati da carrier nazionali.

Le ripercussioni di tale decisione sul piano commerciale saranno devastanti: i consorzi creati dagli operatori di rete locali per veicolare programmi nazionali di terzi sull’intero territorio nazionale non potranno più competere con i network provider nazionali, poiché garantiranno solo LCN di difficile frequentazione. Ma cosa è successo veramente? E’ accaduto che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la nota prot. N. 65465 del 11 novembre 2010 ha chiarito che nonostante l’art. 13, comma 8 della delibera n. 435/01/Cons consentisse all’operatore di rete in ambito locale di fornire servizi di trasmissione e diffusione a fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito nazionale e nonostante dal punto di vista tecnico un programma di un content provider autorizzato in ambito nazionale potesse essere veicolato anche da multiplex diversi da quelli previsti per la diffusione in ambito nazionale, ove ciò fosse stato attuato si sarebbero verificati anomalie a danno dell’utenza. Ad avviso di Agcom, in tale frangente non si avrebbe avuta la sicurezza del raggiungimento di una diffusione nazionale del programma (considerazione assolutamente opinabile, atteso che, tranne Mediaset e RAI, gran parte dei carrier nazionali non soddisfano allo stato tale requisito) e avrebbero potuto generarsi conflitti di numerazione, specie nel caso in cui le coperture delle varie reti locali che trasportano lo stesso programma si sovrappongono tra loro, in quanto l’identificatore LCN deve essere unico per tutte le reti/mux DTT che coprono la stessa area geografica. LCN%20conflitto%20attribuzione%20particolare - DTT, altra discriminazione per le locali: fornitori servizi media audiovisivi nazionali su mux locali solo con LCN tra 75 e 84In tali casi, infatti, il decoder riceverebbe due o più flussi dati (TS – Transport Stream) contenenti lo stesso programma associato ad uno stesso LCN ma con differente identificatore di rete/mux e, quindi, il software del ricevitore interpreterebbe tale situazione come quella risultante dalla ricezione di due o più programmi diversi, ma tutti con lo stesso logical channel number, generando pertanto un conflitto relativo alla numerazione nel decoder. Per tali motivi e “nell’interesse della semplicità e facilità d’uso del decoder e per ottemperare alla ratio della norma recata dall’art. 32 del testo unico, volta ad introdurre un ordine predefinito nella numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre, evitando così l’insorgenza di conflitti di numerazione a danno dell’utente”, avrebbero potuto essere assegnati ai programmi trasportati su multiplex di operatori locali le numerazioni appositamente previste dal Piano per le trasmissioni che si estendono su più di due regioni (art. 5, comma 4, lettera h) – cioè i numeri tra 75 e 84 – “fermo restando che laddove tali fornitori esprimano l’intenzione di essere trasportati da operatori nazionali, potrà essere loro attribuita la numerazione spettante ai sensi dell’art. 6 della delibera n. 366/10/Cons (canali digitali terrestri a diffusione nazionale)". Sebbene sul piano tecnico la questione sfuggisse alla piena comprensione, perché, per il decoder, la ricezione di un LCN 29 o 75 in aree di sovrapposizione di mux diversi è esattamente la stessa cosa (sicché non si percepisce la necessità della diversificazione suggerita da Agcom), il MSE-Com si è adeguato e ha attribuito ai fornitori di servizi di media audiovisivi nazionali identificatori nel range 75-84. Il suggerimento è comunque netto: meglio che ci si rivolga a operatori di rete nazionali per la veicolazione di contenuti nazionali. Con buona pace dei consorzi di tv locali costituiti proprio col fine di vendere banda a nuovi fornitori di servizi di media audiovisivi nazionali in concorrenza con i network provider più blasonati. (M.L. per NL)

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