DTT: La3 inizia le trasmissioni sul digitale terrestre e agita le acque del mercato televisivo italiano

In attesa di sapere se sarà l’ormai arcinoto beauty contest o un’asta competitiva ad assegnare le frequenze del dividendo digitale interno, i protagonisti e gli utenti della televisione digitale terrestre hanno assistito negli ultimi giorni di novembre ad un piccolo ma significativo cambiamento di scenario.

All’improvviso infatti è apparso sui teleschermi il logo di “La3”, il canale televisivo prodotto da H3G, la compagnia di telecomunicazioni più nota con il marchio commerciale di “3”. Anche se ormai se lo erano dimenticati un po’ tutti, si dà il caso infatti che il canale 37 UHF sia stato assegnato anni fa proprio a H3G per trasmettere programmi televisivi in tecnologia DVB-H: lo standard dei videofonini, che appunto in quegli anni sembravano dover sfondare nel mercato mobile e invece, stante il pressoché totale disinteresse degli utenti, sono stati dimenticati in brevissimo tempo. Nel frattempo H3G non è stata però a guardare, e si è costruita un’offerta televisiva articolata e anche abbastanza originale, marcatamente orientata ai giovani e alle nuove tecnologie, che ha preso la strada del web e del bouquet satellitare di Sky. Voci circolanti già dal 2010 parlavano di un interesse della compagnia per il digitale terrestre classico, quello in standard DVB-T. La prima conferma è arrivata quando H3G si è iscritta al già citato beauty contest, per ottenere un secondo multiplex. E alla fine del novembre di quest’anno, ecco il colpo di teatro: il quotidiano “La Repubblica” dà conto di una richiesta inviata dalla compagnia di tlc al Ministero dello sviluppo economico (ancora sotto la gestione Romani) al fine di ottenere l’autorizzazione a trasmettere sul proprio canale 37 non più in DVB-H ma in DVB-T. Addio quindi, senza rimpianti, alla TV sui cellulari, e assalto al salotto televisivo degli italiani. Pare che il Ministero abbia poi interessato l’Autorità per le comunicazioni, e che prossimamente verrà chiamata in causa l’Antitrust. Nulla è dato sapere su pareri e risposte degli organismi regolatori. Intanto però, dal 25 novembre “La3” ha cominciato ad essere visibile sui decoder di varie regioni d’Italia, post o pre-switch off. Insomma, il dato di fatto è che il mercato del DTT italiano si ritrova dalla sera alla mattina con un nuovo competitor, e nemmeno dei più insignificanti, considerate le dimensioni della multinazionale sudcoreana. Se da un punto di vista formale H3G, o meglio la sua controllata 3lettronica Industriale, era già considerata operatore televisivo a tutti gli effetti, e quindi il passaggio a una diversa tecnologia di trasmissione potrebbe essere considerato una mera modifica tecnica, appare ovvio che dal punto di vista del mercato di riferimento si tratta del transito da una terra di nessuno (il DVB-H) a uno scenario in continua evoluzione e dagli equilibri precari, in cui sono in gioco ben altri interessi e dimensioni di business. Né vale il richiamo alla “neutralità tecnologica” dello spettro radioelettrico, che sicuramente è il futuro nella visione europea delle comunicazioni elettroniche, ma è ben lontana dall’essere applicata nell’etere italiano. Anzi, visto che ormai la televisione si sta rapidamente liberando dai legami con il suo canale di trasmissione “tradizionale” per mutare in un prodotto multipiattaforma, le diverse tecnologie di veicolazione del video sono rimaste l’unico discrimine per cercare di tenere separati soggetti di mercato che sono comunque destinati a convergere, come le emittenti radio-TV e gli operatori di telecomunicazioni. Così si è deciso di assegnare le frequenze del dividendo esterno ai “telefonici”, che poi magari trasmetteranno la TV in streaming o il video over-LTE, e si è classificato il dividendo interno in lotti distinti per tecnologia di trasmissione. Sempre tentando di mantenere un equilibrio più o meno stabile (qualcuno lo definirebbe status quo) nel mondo televisivo, consentendo solo con il contagocce e molta cautela l’ingresso di nuovi entranti. L’autorizzazione di fatto rilasciata a H3G rappresenta, in quest’ottica, un cambio di prospettiva importante che quasi certamente avrà riflessi anche sulle prossime procedure di assegnazione. Ad iniziare dall’appetibilità del lotto C1 del beauty contest, quello che si dava già per scontato venisse attribuito a Telecom Italia e che dovrebbe essere riservato alle trasmissioni in DVB-H o DVB-T2. Una maggiore trasparenza sul caso specifico, da parte delle autorità di regolazione, a questo punto si rende necessaria. Quantomeno per fare chiarezza sulle condizioni effettive a cui gli operatori devono e dovranno sottostare nel momento in cui sono o diventeranno assegnatari di frequenze dal valore dichiarato di svariati miliardi di euro. (E.D. per NL)

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