Editoria: Malinconico sui tagli ai contributi. Incentivato il passaggio al web. Dato occupazionale e penetrazione dei giornali i criteri da privilegiare

Regole idonee e nuovi criteri da individuare per avviare una riforma sostanziale dell’editoria. Questo l’obiettivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Carlo Malinconico, il quale ha precisato su Il Fatto Quotidiano che “E’ finito il tempo dei soldi a pioggia per tutti”.

Dopo il 2012, che Malinconico ha definito “un anno di transizione”, il governo cercherà “di incentivare il passaggio in rete”.“Nel 2014 i fondi saranno garantiti – ha spiegato il sottosegretario – ma cambierà il criterio di assegnazione”. “Il pluralismo significa tenere viva una voce, a noi il compito di trovare la forma giusta. Verrà individuato “un limite minimo di copie vendute e distribuite e chi non lo raggiunge deve trasferirsi su Internet per abbattere i costi senza sacrificare giornalisti e lettori”. E sul passaggio alla Rete, Malinconico ha sottolineato che si tratterà di “un incentivo, non possiamo obbligare. Però di fronte al nulla, meglio sfruttare le potenzialità ancora inespresse di Internet”. Come dichiarato sul Manifesto, il sottosegretario punta sull’attuazione imminente di una riforma che “sappia ritrovare lo spirito iniziale della legge che difendeva il pluralismo senza le zone opache che si sono create in seguito”, e non esclude “che dopo una riforma sostanziale del sistema si possa anche ripristinare il diritto soggettivo”. In merito ai criteri per l’erogazione dei finanziamenti, Malinconico evidenzia la necessità di una loro revisione, al fine di adeguarli “allo spirito iniziale della distribuzione diretta”. Occorre, a suo giudizio, “concentrarsi di più sul dato occupazionale, vale a dire il numero dei giornalisti che una testata impiega”, abbandonando valutazioni “che facciano semplicemente riferimento a costi o a tiratura”. Inoltre, bisogna privilegiare “la penetrazione, cioè la reale capacità che un giornale ha di raggiungere i lettori”. Discorso diverso, secondo il sottosegretario, riguarda le agenzie di stampa, in quanto per esse “non ci sono contributi diretti ma convenzioni con lo Stato e se le amministrazioni ritengono di non acquistare un servizio con un’agenzia, il rapporto finisce immediatamente”. (D.A. per NL)
 

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