Inaugurato anno giudiziario: auspicata radicale riforma sistemi sostanziali e processuali. Stop a contrasti tra magistratura e politica e a giudici in tv. Oggi protesta Anm contro processo breve

L’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutasi ieri alla Corte di Cassazione ha evidenziato e confermato la situazione di grave paralisi in cui versa la giustizia italiana.

Una giustizia che avrebbe bisogno, prima che di interventi che riducano la durata dei processi, di una completa riforma del sistema e di un potenziamento delle risorse. “Oggi il problema della non ragionevole durata dei singoli procedimenti ha già ceduto il passo a quello, ben più radicale, del diniego di giustizia”, ha affermato durante la cerimonia il procuratore generale della Suprema Corte, Vitaliano Esposito, secondo il quale “debbono essere accolte con favore tutte le iniziative volte a contenere la durata del processo entro termini ragionevoli, secondo i parametri indicati dalla Corte di Strasburgo”, ma “ogni intervento in tale direzione, se non vuol restare su un piano di una mera enunciazione di intenti e produrre guasti maggiori dei benefici auspicati, deve essere necessariamente preceduto da una radicale riforma dei sistemi sostanziali e processuali, oltre che da un adeguato potenziamento delle risorse umane e materiali”. Il riferimento di Esposito è naturalmente al disegno di legge del cosiddetto “processo breve”, che prevede l’estinzione dei processi penali e contabili troppo lunghi. Un testo che è stato già approvato dal Senato e ora attende l’esame della Camera, tra le fori polemiche della magistratura e dell’opposizione. Secondo il procuratore generale, il Parlamento deve intervenire con modifiche che, ad esempio, consentano di eliminare “soprattutto nel processo penale, una serie di inutili formalismi che ne ritardano la trattazione senza alcuna effettività sul piano delle garanzie sostanziali”, così come “andrebbe rivisitato e radicalmente modificato il sistema delle nullità e delle inutilizzabilità, foriero di ritardi sconosciuti in altri sistemi processuali che non possono essere accusati di scarsa attenzione ai diritti, delle parti, principalmente di quelle private”. Quanto al problema delle risorse, Esposito ha denunciato la “gravissima situazione in cui versano gli uffici di Procura. giustizia - Inaugurato anno giudiziario: auspicata radicale riforma sistemi sostanziali e processuali. Stop a contrasti tra magistratura e politica e a giudici in tv. Oggi protesta Anm contro processo breveAlla ormai cronica carenza di organico dei magistrati in alcune sedi, si aggiunge ora l’impossibilità di destinare a funzioni requirenti gli uditori giudiziari, con la conseguente impossibilità di coprire almeno i posti liberi della sedi più in difficoltà”. L’invito ad attuare riforme legislative è stato accolto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, il quale, intervenuto all’apertura dell’anno giudiziario insieme al Capo dello Stato ed alle altre più alte cariche istituzionali, ha però tenuto a precisare che pur avendo il Governo “in mente un progetto chiaro” per superare il problema della lentezza della giustizia, “la bacchetta magica appartiene solo al mondo delle fiabe”. Alfano ha poi auspicato “la riscrittura di alcune fondamentali e strategiche regole costituzionali che (…) attribuiscano al giudice il ruolo centrale nell’esercizio della giurisdizione e garantiscano ad un separato ordine dell’accusa piena autonomia nell’esercizio dell’azione penale”. Favorevole alla necessità di modifiche del sistema giudiziario si è dichiarato anche il Consiglio Superiore della Magistratura, il cui vicepresidente, Nicola Mancino, a conclusione del suo intervento sui risultati del lavoro dell’Organismo durante il 2009, ha affermato che “Se l’anno in corso sarà quello delle riforme, il Consiglio superiore della magistratura non mancherà di dare il proprio contributo; convinto, come è sempre stato, che una buona riforma ha bisogno della collaborazione di tutti”. Durante l’inaugurazione ci si è soffermati anche sui contrasti sempre più accesi tra magistratura e classe politica, che Esposito ha definito “non più tollerabili”, nonché sulle tensioni che caratterizzano anche i rapporti tra gli stessi giudici. “In talune realtà territoriali – ha commentato Esposito – si ha la sensazione che taluni magistrati impegnino le loro energie a contrastarsi reciprocamente più che a contrastare la criminalità. Si tratta di esigue minoranze che, tuttavia, destano preoccupazione”. Non sono mancati neanche rimproveri ai quei magistrati divenuti ormai personaggi televisivi. “La giustizia non ha bisogno di audience, ma di fiducioso rispetto”, ha dichiarato nella sua relazione il primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, il quale ha quindi ammonito i magistrati dal cessare dall’atteggiamento “mediatico”. Desta perplessità – a suo giudizio – “la partecipazione di giudici ai talk show televisivi ove si ricostruiscono delitti oggetto di indagini, e perfino di processi in corso, alla ricerca di una verità mediatica diversa da quella processuale”. Polemiche provengono dal fronte dell’avvocatura e della magistratura. Il presidente dell’Organismo unitario dell’Avvocatura Maurizio De Tilla, che definisce “comatoso” lo stato in cui versa la giustizia civile, si è rammaricato per il fatto che “negli interventi che si sono succeduti non c’è stato alcun riferimento al tema dell’avvocatura come soggetto costituzionale né si è spesa alcuna parola sul lavoro svolto dalla magistratura laica, sulle cui spalle pesa oltre un milione di processi”. Intanto si attende per oggi la protesta annunciata dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Secondo quanto riferito dall’Agenzia Reuters, in una nota che i magistrati dovrebbero leggere in occasione delle cerimonie di apertura dell’anno giudiziario nelle diverse Corti d’Appello d’Italia, l’Anm esprime innanzitutto forti critiche nei confronti del ddl sul processo breve, una riforma che, a giudizio dei magistrati, “ridurrebbe il processo penale a una tragica farsa, determinando una vera e propria resa dello Stato alla criminalità", mentre “nel settore civile, nel quale l’enorme carico di lavoro ha reso praticamente ingestibili i ruoli dei magistrati, la riforma costituirebbe il colpo mortale alla possibilità di dare giustizia ai cittadini e di offrire risposte in tempi utili alle imprese”. L’Anm dice anche basta alle aggressioni provenienti dal Capo del Governo e da politici, nonché alle falsità di alcuna stampa. “Agli insulti e alle invettive si è aggiunta una campagna mediatica condotta da taluni organi di stampa contro i magistrati – si legge nella nota. Una campagna che si alimenta di dati e informazioni falsi e che dipinge i magistrati come fannulloni strapagati, unici responsabili del dissesto del sistema giudiziario. L’Anm ha pubblicato e diffuso dati ufficiali del rapporto della Commissione europea (CEPEJ) che smentiscono in maniera oggettiva queste menzogne”. (Daniela Asero per NL)

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