La tv consolida il suo primato tra i media preferiti dagli italiani. Al secondo posto il web che perde consensi, torna la radio

La tv consolida il primato tra i canali preferiti dagli utenti per la comunicazione delle aziende e delle istituzioni, segue il web che perde consensi mentre si registra un ritorno alla radio.

E’ quanto emerge da una ricerca dell’Istituto Piepoli presentata al Forum della Comunicazione al Palazzo dei Congressi di Roma, l’evento annuale piu’ importante in Italia dedicato alla comunicazione pubblica e d’impresa. Secondo la ricerca ”Opinione pubblica: puntare sull’internazionalizzazione”, svolta per capire il reale livello di percezione nel nostro paese del mondo della comunicazione, e il suo effettivo valore per lo sviluppo e la crescita dell’economia italiana, il 73% degli italiani ritiene la comunicazione una chiave strategica utile ad uscire dalla crisi, aumenta il numero di coloro che vorrebbero una Pubblica Amministrazione attenta alla comunicazione (ora sono l’87%) e le parole chiave della comunicazione nel 2012- 2013 saranno Lavoro, Crisi e Innovazione. Nel dettaglio, il sondaggio d’opinione, effettuato con metodologia C.A.T.I. su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana, maschi e femmine dai 18 anni in su, conferma che per la maggior parte degli italiani la comunicazione riveste il ruolo di chiave strategica per uscire dalla crisi economica: tra questi e’ il 73% a rispondere in maniera positiva (molto 22%; abbastanza 51%), segnando un piu’ 12% rispetto allo scorso anno. La Pubblica Amministrazione e’ vista ancora come un terreno poco affidabile e soprattutto poco trasparente. Ma per l’87% degli intervistati basterebbe investire proprio sulla comunicazione per far conoscere in modo capillare e trasparente le iniziative e i servizi per il cittadino. Lo scorso anno la quota di coloro che ritenevano la comunicazione un elemento importante per la reputazione della PA era il 76%. Tra i vari canali di comunicazione da cui ricevere informazioni di aziende private e/o istituzioni, gli italiani preferiscono ancora la televisione, con una percentuale del 94%. L’anno scorso la percentuale era del 55%. L’aumento si registra su tutte e due le voci, +19% per la pubblicita’ e +18% per gli approfondimenti televisivi. Il web a sorpresa scende dal 41% dei consensi al 29%. Si contraggono tutte le voci, soprattutto i blog e i siti istituzionali (-4%) ed email (-4%), ma anche i social network segnano un -2%. Conquista ben 7 punti in piu’ la radio, che passa dal 10% al 17% e diventa il terzo canale preferito dagli intervistati, superando gli Eventi e incontri diretti sul territorio (15%), i cartelloni stradali (7%) e il Direct Marketing (1%). Quando si chiede agli italiani su cosa si ritiene importante investire nella comunicazione, la maggioranza risponde sull’Innovazione (il 54%) e sul Turismo locale per lo sviluppo del territorio nazionale (il 49%). Per il 37% bisogna dare importanza ai valori e alla cultura del sistema Italia, mentre per il 28% al sistema di mobilita’ in Italia. Infine il 27% ritiene importante puntare sul design e il made in Italy. Come tutti gli anni, gli italiani declinano le parole chiave della comunicazione che secondo loro saranno principalmente adottate nel 2012-2013. E con l’acuirsi della crisi, al primo posto si riconferma il Lavoro con il 55% delle preferenze (+19% rispetto al 2011). Segue proprio la parola Crisi al 28% e Innovazione sale al terzo posto (+5%), con il 20% delle preferenze. Al quinto posto si trova la parola Tecnologia (19%), mentre al quinto si trova la parola Valori, che aumenta di 8 punti passando dal 9 all’11%. La parola Investimenti, che l’anno scorso era seconda con il 27% delle preferenze, scende di ben 10 punti al 17%. Seguono Green Economy (16%), Responsabilita’ Sociale (14%), Turismo e Comunicazione al 9% e Stili di Vita al 7%. Chiudono la classifica i termini Internazionalizzazione (6%), Nuovi Media e Concorrenza (5%), Design (3%) ed infine Pubblicita’ via Internet al 2%. ”La comunicazione come parola-chiave per cercare di orientarsi in un momento di forte instabilita’. Gli italiani sembrano impauriti e tendono ad identificare la comunicazione come sinonimo di trasparenza e diminuzione di distanza tra lo Stato, la Pubblica Amministrazione e i cittadini” commenta Roberto Baldassari, Vice Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli S.p.A. ”Se da un lato – spiega – assistiamo a fenomeni di assestamento e repentine oscillazioni dell’opinione pubblica su argomenti di interesse generale (come politica, amministrazione, partiti, caste, sprechi ecc.) dall’altro, per quel che riguarda le parole chiave della comunicazione, registriamo un assestamento e una stabilita’ rispetto allo scorso anno: Lavoro, crisi e innovazione temi su cui puntare mentre ‘crollano gli investimenti’ forse troppo spesso proposti e sostituiti nell’immaginario collettivo con tasse, sacrifici e depressioni varie… E’ come se l’opinione pubblica fosse ‘allenata alla crisi’ cercando disperatamente di ricostruire uno scenario positivo con le poche forze rimaste”. ”I risultati che emergono dal sondaggio d’opinione dell’Istituto Piepoli confermano la nostra teoria secondo la quale la Comunicazione e’ e rimane un perno fondamentale sul quale il nostro paese deve puntare per uscire dalla crisi economica – osserva Fabrizio Cataldi, Amministratore e Managing Director di Comunicazione Italiana – I cittadini italiani, inoltre, dimostrano un’attenzione particolare verso la comunicazione delle amministrazioni pubbliche, segno forse della voglia di sentire le istituzioni vicine e trasparenti nelle loro azioni”. Per Cataldi ”i dati che segnano una regressione di internet nelle preferenze per la comunicazione di aziende e istituzioni ci rendono ancora piu’ consapevoli del sempre piu’ delicato ruolo del comunicatore. E’ quindi importante che questo venga svolto da professionisti preparati e professionali, e che il reale valore della Comunicazione venga riconosciuto da quante piu’ imprese e cittadini possibile, e questi sono due tra i principali obiettivi che si pone Comunicazione Italiana, il nostro grande Business Social Network, che da anni – conclude – raccoglie migliaia tra associazioni e opinion leader operanti nel settore’‘. (Adnkronos)

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