Negli Stati Uniti la radio via web cresce a ritmi altissimi. Ma solo grazie alle “pure play” come Pandora e Last.fm

La radio via web avanza a passi da gigante ma il simulcasting delle emittenti radiofoniche tradizionali non cresce. Questa è, in sostanza, la situazione fotografata negli Stati Uniti da Bridge Ratings, che ha raccolto e analizzato i dati pubblicati da Ando Media circa la diffusione della radio via internet nel primo semestre di quest’anno.

Secondo quanto reso noto da Bridge Ratings, il consumo radiofonico via internet negli Usa sarebbe cresciuto del 23% nel periodo compreso tra novembre 2009 e giugno 2010: un dato importantissimo per quanto concerne lo sviluppo della crossmedialità e dell’integrazione del mezzo radiofonico nei new media. A ben vedere, però, tale sviluppo non sarebbe dovuto, sempre secondo i dati, a una maggiore diffusione delle emittenti che, trasmettendo già in FM, si sono traslate anche sul web: i loro ascolti non sarebbero, infatti, mutati in termini significativi ma sarebbero rimasti pressoché invariati. A fronte di un  quasi 90% di americani che continuano a dichiarare d’ascoltare la radio, secondo quanto si evince da questi dati, la maggior parte di essi ritaglierebbe pezzetti sempre più piccoli della propria dieta multimediale da dedicare alla radio tradizionale, così come sottolinea Andrea Lawendel sul suo blog Radiopassioni. In gran parte perché propensi ad assecondare i vantaggi dei new  media, che la radio in FM (o la sua versione, inalterata, sul web) non contiene: interattività, anzitutto, e poi scelta ponderata in base ai propri gusti personali più stretti. Ciò vuol dire addio alle chiacchiere, alle notizie sul traffico o alla pubblicità, addio alle hit del momento se non per una chiara volontà d’ascoltarle e addio al gracchiare. Tutto ciò si può ritrovare nel formato di “emittenti” come Pandora e Last.fm (le cosiddette “pure play”) che, operando esclusivamente in rete, danno l’opportunità al fruitore di creare playlist prestabilite in base ai propri gusti, senza news e senza pubblicità. È grazie all’evoluzione di questo formato che la “radio via web”, negli Stati Uniti, sta incontrando uno sviluppo così clamoroso, lasciando, però, il simulcasting delle emittenti tradizionali in posizioni estremamente marginali.  (G.M. per NL)

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