Radio digitale, RAI sul web: il servizio pubblico in ritardo rispetto a Francia e Inghilterra

Sembra che il servizio pubblico radiofonico italiano stia ancora sottovalutando le potenzialità del web. Ciò nonostante, nel momento in cui viene lanciata una nuova applicazione per iPhone, che consente di instradarne i contenuti (podcast) pubblicati online, è probabile che la popolarità dello stesso servizio web aumenti vertiginosamente, anche se caratterizzato da scarsa agibilità o mancanza di contenuti.

E si tratta di un chiaro segnale di come lo stesso web, se utilizzato correttamente, possa raggiungere in modo più incisivo e duraturo una grossa fetta di utenza che attende di poter usufruire del servizio radio (pubblico o privato che sia) attraverso i propri dispositivi mobili, wireless e via dicendo. Ma non tutti sembrano pronti, o comunque non sono capaci di offrire la stessa gamma di contenuti con la stessa facilità e qualità. L’esempio è proprio quello del servizio pubblico italiano, che nulla ha a che vedere con quello francese o inglese, proprio perché evidentemente in ritardo sui concorrenti europei. La questione è facilmente comprensibile consultando e confrontando le pagine di riferimento. La pagina podcast di BBC Radio è stracolma di contenuti diversi, aggiornati quotidianamente e settimanalmente e presentati con un’efficace interfaccia grafica; il tutto avviene anche Oltralpe per Radio France, come facilmente riscontrabile dalla pagina presa ad esempio di France Inter. Rai è ancora indietro, non tanto per una questione di quantità, quanto piuttosto di qualità: il sito, infatti, non è contraddistinto da un’interfaccia curiosa e invitante. Sembra piuttosto un mero elenco di contenuti, senza caratterizzazione particolare e, quindi, indubbiamente poco funzionale. Salvo il fatto che poi gli stessi contenuti siano finalmente disponibili anche per iPhone, questione che ha effettivamente cambiato le sorti dell’utenza digitale di Radio Rai. Pare, infatti, che da quando Rai sia ascoltabile anche su iPhone i podcast settimanali siano addirittura 75mila in più, testimoniando il fatto che l’utenza era pronta già da tempo e, difatti, ha risposto immediatamente alla nuova offerta; Rai non del tutto. (M.M. per NL)

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