Radio digitale: “Requisiti minimi” per ricevitori Digital Radio Mondial

Si è aperta oggi a Hilversum l’annuale riunione del consorzio Digital Radio Mondiale, che durerà fino a domani. Sul piatto c’è l’annuncio delle specifiche del DRM Minimum Receiver Requirements, una specie di carta di identità delle caratteristiche di base che un ricevitore DRM deve avere per essere certificato dal consorzio.

Ne ha dato notizia Radio Passioni di Andrea Lawendel spiegando che "Il modello cui si ispira l’iniziativa è chiaramente l’analoga famiglia di "profili" creata a suo tempo dal consorzio World DMB Forum, che si occupa invece della promozione degli standard Eureka 147. Anche il DRM è uno standard ETSI, ma non si può negare che il suo insuccesso commerciale sia ancora più evidente del parziale successo ottenuto dalla radio digitale DAB. Il DRM è nato con l’obiettivo iniziale di digitalizzare la trasmissione su lunghe e medie distanze in onde corte, un mezzo che da anni versa in evidente declino. L’ultima defezione è quella della Svezia, che spegnerà le sue trasmissioni internazionali il prossimo ottobre. La prima trasmissione in DRM è avvenuta nel giugno del 2003. Da allora, da standard proprietario il DRM ha avuto l’imprimatur ufficiale dell’ETSI ed è anche riuscito a finalizzare una versione DRM+ adatta alla trasmissione nella banda VHF, ponendosi così come alternativa in-band all’FM. Sulle potenzialità di questa proposta è difficile pronunciarsi ora, il DRM+ è molto nuovo e ancora non sono in vista ricevitori compatibili. Sul DRM in HF invece il verdetto è secondo me molto, molto negativo. In sette anni di trasmissioni sperimentali ricevibili solo con complicati circuiti di adattamento di ricevitori analogici e alcuni programmi, uno dei quali open source, per personal computer, il mercato dei ricevitori non è stato capace di andare al di là di quattro o cinque modelli commerciali, tutti piuttosto costosi e deludenti. L’ultimo annuncio, il più roboante, quello della francese Uniwave, sta ricevendo commenti a dir poco disarmanti. E’ un ricevitore poco sensibile che funziona malino sia in analogico, sia in digitale. Non avendolo provato direttamente mi limito a riferire una sensazione che certo non depone favorevolmente per il futuro delle onde corte numeriche. In questo senso l’annuncio dei Minimum Receiver Requirements mi sembra un clamoroso autogol. I "requisiti minimi" di cui parlano i membri del consorzio sono molto semplici e ovvi: costruire ricevitori che siano a), in grado di funzionare meglio dei ricevitori HF di produzione cinese e componentistica americana oggi più diffusi e b), abbiano un prezzo che non sia nettamente superiore ma che abbia un "mark up" accettabile a fronte di una offerta alternativa alle onde corte solo analogiche più o meno appetibile. Per ora questi due requisiti non sono stati soddisfatti e mi chiedo a questo punto se lo saranno mai. Il vero problema del DRM è duplice. Il consorzio che avrebbe dovuto promuoverne l’adozione ha lavorato male, perché male hanno lavorato le vere parti interessate a questo strampalato standard: i costruttori di impianti di trasmissione. Sì è vero, alcuni di questi impianti sono stati venduti, credo che molti siano stati regalati. Recentemente il consorzio ha fatto un gran chiasso sugli "accordi" per la digitalizzazione delle onde corte regionali in India. E’ solo marketing di cattiva qualità. Oggi a chi acquista un nuovo trasmettitore HF presso i pochi fornitori di questi apparati viene consegnato un impianto DRM-ready, cioè in grado di trasmettere in DRM con gli opportuni modulatori (le HF digitali richiedono amplificatori di potenza di classe superiore, più lineari di altri). Da questo a dire che le onde corte digitali sono una realtà ne passa parecchio. Le onde corte digitali richiedono ricevitori in onde corte digitali. Una nazione come l’India deve poter contare su una capacità di fornitura all’altezza dell’industria della telefonia cellulare. Ma i numeri del cellulare per il DRM sono un sogno inarrivabile allo stato dell’arte del mercato dei componenti. Forse l’unico modo per spingere una adozione di questo standard fuori dai comunicati stampa del consorzio DRM consisteva, per le famose aziende produttrici di trasmettitori, nel generare una sostenibile offerta di ricevitori, bisognava prendere tanti soldini, spenderli nella realizzazione di componenti da parte dei manifatturieri del silicio, stimolare la nascita di società di integrazione in moduli e favorire la vendita di questi moduli presso le aziende di elettronica di consumo. Non è stato fatto niente di tutto questo, i progetti di chip adatti alla radio digitale, anche in casa dei grandi nomi, sono sempre stati isolati, non sufficientemente supportati, proprio perché rivolti a un incerto mercato di nicchia. Bisognava inventarsi una proposta completa, una catena di valore che comprendesse anche i contenuti. Ci sarebbero voluti tanti soldi in un gioco dell’uovo e della gallina allestito nell’asfittico pollaio delle onde corte, con scarse chance di ritorno su quegli investimenti. Ora forse ci sono due fattori su cui far leva. Da un lato il possibile interesse per la digitalizzazione dell’FM, magari con l’aiuto di una politica di riallocazione di alcune frequenze ex-televisive in banda VHF/I. Dall’altro la grande evoluzione dei modelli SDR applicati all’industria dei ricevitori di fascia più bassa, tipica del mass market. Ma anche per sfruttare queste due nuove linee di tendenza ci vogliono soldi. E la capacità di andare a far la guerra – per accaparrarsi una porzione delle tasche di noi consumatori – alla potentissima industria del telefonino, dei lettori mp3 con FM, dei futuri "tablet"… Anche questa è solo una sensazione, ma non credo che questi semplici concetti siano ben chiari alle persone che si sono riunite a Hilversum questa mattina".
 
DRM Minimum Receiver Requirements (MRR) Published
 
 
The DRM Consortium’s Technical Committee has completed the technical requirements for receivers designed for the DRM system below 30 MHz. This Minimum Receiver Requirement (MRR) document describes the minimum performance required for the technical parameters that provide a fully functioning DRM receiver. A second phase of work will extend the document to detail the figures for DRM+ receivers too.
"We have taken account of the real world environment in which DRM receivers will operate" says Frank Hofmann of Robert Bosch, who led the team writing the document. "That means ensuring that the receivers will not only work well if they meet all the requirements, but will also be cost effective to manufacture." The MRR document is an important basis for receiver manufacturers and will be available to everybody.
The DRM Technical Committee has also completed work revising the Multiplex Distribution Interface (MDI) and Receiver Status and Control Interface (RSCI) standards to include DRM+. "We wanted to make sure we had captured everything in these revisions, so we waited a little while after publication of the extension to the DRM System Specification last summer” said Lindsay Cornell, Chairman of the Technical Committee. "We wanted to get some experience of DRM+ transmissions." The MDI and RSCI specifications have been approved for release from DRM to ETSI for consideration and publication.
The finalised MRR document will be presented to the DRM General Assembly this week and then published on the DRM website for easy access. The Annual General Assembly of the DRM Consortium will be held at the headquarters of Radio Netherlands Worldwide (RNW) on 24th and 25th of March in Hilversum, Netherlands. The DRM General Assembly is attended by DRM full and associate members and it is the largest decision making body of the Consortium.

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