Storia della radiotelevisione italiana. Cultissimo: le prime trasmissioni di RMI (19 marzo 1975) su Youtube

Pensavamo di aver perso per sempre i primi giorni di trasmissione di Radio Milano International (da cui discende l’attuale R 101), demandati alla memoria di coloro che avevano avuto la fortuna di ascoltare gli esordienti programmi della prima radio libera milanese.

E invece oggi si è scoperto che qualcuno aveva registrato – dai 100,880 MHz irradiati da Via Locatelli attraverso un vecchio trasmettitore militare Collins acquistato a Livorno – quelle voci intervallate da musica inusuale per lo stantio etere italiano. Qualcuno che aveva poi deciso di rendere di dominio pubblico quei reperti, pubblicandoli su Youtube. Si tratta di frammenti di programmi del 19 marzo 1975 (cliccare sotto per ascoltare): 9 giorni dopo l’inizio ufficiale delle trasmissioni e meno di un mese prima del sequestro giudiziario (14 aprile) che avrebbe bloccato i programmi fino al dissequestro disposto, dieci giorni dopo, da un lungimirante pretore (il dr. Cassara), che (insieme ad altri) avrebbe sollevato una questione di legittimità costituzionale a riguardo del monopolio RAI per le trasmissioni radiotelevisive su scala locale. Come noto, la Consulta avrebbe poi riunito le numerose istanze pervenute dalle sedi pretorili italiane dove erano stati posti i sigilli ad emittenti private decidendo, con la storica sentenza 202/1976, che il monopolio RAI non poteva più ritenersi applicabile su scala locale stante l’intervenuto mutamento del quadro tecnologico (e, in realtà, anche politico, sociale e culturale). Era il via libera alle emittenti radiotelevisive locali che, dal centinaio del 1975, sarebbero passate, nel giro di due anni, ad oltre 2000 (per diventare 6/7000 tra il 1980 ed il 1982). Tornando al reperto storico scoperto di oggi, fa un po’ effetto ascoltare gli impacciati Rino Borra (fratello di Angelo, fondatore della stazione) e Nino Cozzi (fratello di Piero – P3) insieme agli spaventosi "buchi" tra l’annuncio del conduttore e la partenza del disco o della sigla (come si diceva ai tempi). Ma, si sa, la memoria dei nostalgici fa sempre brutti scherzi e la nostra RMI, chissà perché, ce la ricordavamo immune da errori, professionale all’ennesima potenza già dal primo giorno (come ci avrebbe insegnato, due anni dopo, Leopardo). Non è così: anche loro sbagliavano. E ne avevano, del resto, tutti i diritti, non avendo esempi a cui attingere, se non le pallosissime trasmissioni RAI e qualche fugace ascolto di Radio Luxembourg. Scoprirli ora, a trentacinque anni di distanza, così imperfetti, ce li fa ricordare ancora con maggiore nostalgia. (M.L. per NL)
 

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