Towering. Rai Way vale tra 940 mln e 1,2 mld per Banca Imi

È in arrivo il nulla osta della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) alla quotazione in Borsa di Rai Way, la società di viale Mazzini che gestisce le infrastrutture e le 2400 torri di trasmissione. 

Indiscrezioni di stampa hanno reso noto nei giorni scorsi che, nel corso di una riunione, le banche coinvolte nella manovra, avrebbero chiarito l’intenzione di premere l’acceleratore sull’Ipo (Initial Public Offering), nonostante la momentanea incertezza dei mercati. A breve quindi, potremmo assistere all’ok dell’Autorità di Borsa, con largo margine d’anticipo rispetto ai 70 giorni a disposizione, conteggiati dal momento in cui è stata completata la consegna dei documenti: agli inizi di novembre partirà il road-show sulle maggiori piazze internazionali come Milano, Londra, Francoforte e New York. Stando a quanto spifferato dai rumors, verranno collocati in Borsa il 40% del capitale societario, più la green shoe, cioè la facoltà del gruppo di aumentare la dimensione dell’offerta in modo da rispondere in maniera adeguata alla domanda di titoli da parte degli investitori. La quota messa sul mercato comunque, come stabilito dal pacchetto “Sblocca Italia”, non dovrà superare il 49% del capitale. Rai Way intanto non ha perso tempo decidendo non solo di rinnovare il cda (7 membri in prevalenza indipendenti), ma anche di nominare quattro consiglieri indipendenti, forse per allentare il cordone ombelicale con la casa madre. Secondo le prime stime della Banca Imi, una tra le coordinatrici della manovra, nonché la responsabile dell’offerta pubblica, il valore della società sarebbe compreso nel range 940 mln-1,2 mld di euro. Una cifra pienamente in linea con quella proposta da Mediobanca lo scorso aprile, pari a 1 miliardo di euro. Per la quota di Rai Way che andrà sul mercato (tra il 40 e il 49%), si parla di un valore tra i 450 mln e i 600 mln di euro. Non è detto però che si arrivi facilmente a questa cifra, dal momento che la Rai non ha agito tempestivamente come invece ha fatto nello scorso aprile Mediaset con la cessione del 25% di Ei Towers a fondi americani, inglesi e italiani – mettendo in tasca 283 milioni di euro -. L’operazione resta comunque di grande portata e, se svolta con le dovute sinergie, permetterebbe addirittura alla vecchia Rai di portare il bilancio in pareggio o in positivo, in un anno in cui le spese per i diritti sportivi sono state a dir poco mostruose. Rai Way ha chiuso in positivo l’esercizio 2013 con un utile netto di 11,8 milioni di euro, in aumento rispetto a quello del periodo precedente di 8,5 milioni di euro. I ricavi societari sono risultati pari a 219,2 milioni, di cui 182,0 milioni di euro derivanti dalle attività svolte per il Gruppo Rai. Relativamente ai rapporti commerciali con gli altri clienti, i ricavi sono stati pari a 36,3 milioni di euro, con un incremento di 1,1 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+3,1%). Il principale competitor, E.I. Towers, nel primo semestre 2014 ha visto ricavi consolidati caratteristici attestati ad Euro 116,6 milioni, rispetto a Euro 115,8 milioni, dato dello stesso periodo dell’anno 2013. Certo è che lo scenario del settore “torri” in Italia, come ricorderanno i nostri lettori, è particolarmente vivace in questo periodo, vista l’attesa per due dossier di rilievo come le torri tlc di Telecom Italia, che potrebbero essere quotate in Borsa o in alternativa messe in vendita, e l’asta già avviata per la cessione di un portafoglio di 6-7mila torri di proprietà di Wind. (V.R. per NL)
 

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