Tv. Il male è endemico: crollo ascolti e pubblicità anche in Germania. Ad essere in crisi è modello stesso

Per far fronte al calo degli ascolti e degli spot, le tv commerciali tedesche starebbero pensando, dopo 30 anni di visione gratuita, di chiedere, già dal 2015, il pagamento di un abbonamento ai propri spettatori.

3 o 4 euro sarebbe il costo papabile che ogni utente potrebbe sborsare per accedere ad un programma o ad un contenuto. La notizia non è ancora ufficiale, anche se le indiscrezioni circolano e si rincorrono da parecchio tempo. Come si legge in un articolo di martedì 29 luglio, riportato sulle pagine del quotidiano “ItaliaOggi”, Sat1, Rtl, Kabeleins, Vox, ProSieben per affrontare i costi, avrebbero già tagliato gli investimenti, a discapito della qualità dei programmi e perdendo un’ulteriore fetta di pubblico, soprattutto tra i più giovani, che come ben sappiamo, preferiscono internet per guardare in streaming le serie e i programmi preferiti, dove e quando lo desiderano. Ecco allora che le tv iniziano a scommettere e a concentrarsi su strategie alternative che portino guadagni, seppur modesti. È il caso di Rtl, che incassa più dal televoting che dalla pubblicità: gli spettatori partecipano ai quiz in diretta, chiamando o mandando sms a pagamento per pochi cent, che comunque permettono di racimolare un consistente bottino all’emittente. Quasi tutte le emittenti poi sono entrate in Borsa per cercare di mettere in tasca capitale fresco, dal momento che film e telefilm sono sempre più cari, sia che vengano acquistati negli Usa, sia che vengano girati nei confini tedeschi. La soluzione per far fronte a questa crisi, ammonisce Fred Kogel, ex capo della programmazione di Sat1 consisterebbe nella “ricerca di nicchie e ore di trasmissione che fino a ieri venivano trascurate”. Pare comunque che il crollo tedesco non abbia colpito soltanto le tv a pagamento, bensì anche i canali pubblici Ard e Zdf che, a differenza dei privati, non possono mandare in onda spot dopo le 20, ma che comunque ricevono dagli abbonamenti oltre 7,5mld di euro. Ricordiamo ai nostri attenti lettori che in Germania è entrata in vigore dal 1 gennaio 2013 la nuova regola che impone il pagamento di un canone per ogni abitazione – indipendentemente dal possesso o meno di un apparecchio –, incrementando non di poco gli introiti delle emittenti di stato che tentano in questo modo di restare a galla e di non affondare nell’abisso in cui sembrano sprofondate le vecchie tv private. (V.R. per NL)
 

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