Tv. La7 e Mediaset, via la pubblicità dalla Rai se aumenteranno le entrate del canone

Mediobanca stima il recupero fiscale dal canone in 848 milioni: La7 e Mediaset chiedono che la Rai rimuova gli spazi pubblicitari su almeno due delle maggiori emittenti.

La Rai percepirà più introiti dal nuovo canone, quindi dovrebbe eliminare la pubblicità da almeno due dei suoi canali. Questo il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dall’editore di La7 Urbano Cairo e da Gina Nieri, consigliera d’amministrazione di Mediaset che insiste: «Il servizio pubblico va affidato alla Rai che è una realtà adatta a questa mission e che andrebbe finanziata prevalentemente con i soldi pubblici». Ma andando oltre le dichiarazioni, la legge di stabilità 2016 pubblicata dalla G.U. attesta che le eventuali maggiori entrate derivanti dal canone, rispetto alle previsioni di bilancio Rai 2016, saranno destinate in «all’Erario per una quota pari al 33 per cento del loro ammontare per l’anno 2016 e del 50 per cento per ciascuno degli anni 2017 e 2018». Insomma, stando alle stime di Mediobanca che vedono, per quest’anno, un recupero dall’evasione di 848 milioni di euro, la quota riservata alla Rai per il 2016 sarebbe di 568 milioni (il 67%); tale quota andrebbe poi a diminuire nei due anni successivi sino a 424 milioni, sempre che il recupero fiscale rimanga della stessa portata (cosa effettivamente improbabile). La quota relativa all’Erario sarà tripartita tra l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e l’alimentazione del Fondo per la riduzione della pressione fiscale; inoltre si potrà procedere «all’ampliamento sino ad euro 8.000 della soglia reddituale prevista, ai fini della esenzione» dal pagamento dell’imposta. La questione è ambigua, anche se lo stesso Campo Dall’Orto mesi fa ha dichiarato che a partire da maggio 2016 su Rai YoYo, Rai 5 e Rai Storia verranno aboliti gli spazi pubblicitari. Una cosa è certa: la fila di chi fa i conti in tasca alla tv di Stato è molto lunga, ma tutti sono d’accordo sul fatto che sia la Rai a doversi occupare di “servizio pubblico”. Nonostante a maggio scada in tal senso la concessione tra Stato e Rai, è del tutto probabile che le cose rimangano così come sono: tutti “bravi” col “canone” degli altri? (G.C. per NL)

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