
Tempi d’oro per Urbano Cairo e la sua La7, che godono dei risultati derivanti dall’aver scommesso sull’informazione e l’approfondimento politico nel disegnare il proprio palinsesto.
D’altronde, quando si prefigura un periodo in cui il dibattito intorno alle istituzioni si fa più acceso e la situazione politica più incerta (soprattutto con tutta la campagna referendaria, seguita immediatamente dalle dimissioni del Primo Ministro Matteo Renzi) e tu hai un palinsesto che ruota intorno all’informazione, soprattutto politica, potrai farne facilmente una fortuna. La7, in questo preciso momento, gode di questa forza: non a caso ad Marco Ghigliani sottolinea come la rete produca “12 ore al giorno di informazione”, discorso che proprio in questi mesi ha permesso una forte crescita in ascolti, arrivando ad un +15% in autunno; e per una campagna elettorale che finisce (quella sul referendum) un’altra potrebbe iniziare presto (nel caso in cui venissero sciolte le camere nel dopo-Renzi) ma sicuramente ci sarà enorme attenzione sulla scena politica e, vista anche solo la popolarità di Enrico Mentana (con le sue dirette e i suoi blast da social network), è tutta carne al fuoco per La7, ormai consolidata come sesta rete in termini di ascolti prime time. C’è poi la questione degli affollamenti pubblicitari Rai, che la legge fissa al 4% ma che, finora, l’operatore pubblico ha interpretato molto liberamente, sforando il tetto su Rai1 (dove gli spot costano di più) e bilanciando sulle altre due reti (dove gli spot costano meno); in luogo alla discussione legata alla concessione di servizio pubblico in scadenza a gennaio, tuttavia, questo limite di affollamento potrebbe essere interpretato in maniera più stringente, come un 4% per ogni singola rete: un provvedimento del genere, secondo le stime, potrebbe liberare investimenti pubblicitari fra i 60 e i 120 milioni di euro, a seconda dell’ampiezza della fascia oraria presa in esame, che potrebbero migrare sulle altre emittenti. (E.V. per NL)
06/12/2016 15:06