
Attraverso un post sul blog aziendale firmato da Kent Walker, vice presidente di Google, l’azienda di Mountain View risponde alla Commissione UE: per loro non c’è alcun abuso di posizione dominante.
Uno dei tre punti di disaccordo tra il colosso del web e Bruxelles riguarda il servizio di comparazione dei prezzi Google shopping che, per la Commissione europea, nel servizio pubblicitario legato al searching non permetterebbe di visualizzare i risultati più pertinenti, favorendo invece i prodotti dei partner di Google. In altri termini, Big G ridurrebbe la competitività dei diretti concorrenti e condizionerebbe il mercato. Per Walker, invece, la UE ha preso in esame un numero ristretto di siti (escludendo dall’analisi retailer come eBay e Amazon) e non comprende il funzionamento della digital economy. Stando, infatti, all’azienda californiana le accuse dell’Antitrust sono infondate ed errate perché gli utenti hanno diverse strade per raggiungere un prodotto: non solo attraverso una ricerca diretta, ma anche tramite applicazioni, social network e siti di e-commerce. La seconda questione riguarda AdSense for search, un servizio gratuito che consente di inserire banner pubblicitari nel web. L’advertising è una delle maggiori fonti di guadagno del gigante americano a cui vengono imputati accordi che vietano a terzi l’uso di fonti pubblicitarie concorrenti di Google. Nella sua difesa, Walker sottolinea come non esistano clausole anticoncorrenziali dal 2009 e che le modifiche agli annunci sono finalizzate al miglioramento della qualità del servizio per compratori e venditori. Entro l’11 novembre Google deve presentare la risposta al terzo e ultimo capo di accusa, quello riguardante l’abuso di posizione dominante nel sistema operativo mobile Android. (M.R. per NL)
09/11/2016 10:36