Media & crisi. Pubblicità stampa crolla a gennaio 2013 (quasi 25% in meno). Nielsen però ottimista nel breve periodo. FRT: se governo approvasse incentivi per chi investe, ripresa già nel 2013

Il 2012 passerà alla storia come uno degli anni peggiori per il mercato pubblicitario italiano e il 2013 non promette nulla di buono.

I dati sulla raccolta pubblicitaria sulla stampa a gennaio, secondo l’Osservatorio Stampa Fcp, sono fortemente negativi con un calo del 24,9% rispetto al gennaio dell’anno precedente. Ma cosa può succedere nei prossimi anni? Per Nielsen le stime per il 2013 sull’andamento dell’advertising sono ancora pessimistiche ma ci sono diversi motivi per valutare con più ottimismo il futuro di questo mercato nei prossimi anni. I motivi per essere ottimisti sarebbero diversi e la Federazione Radio Televisioni (FRT), li riassume egregiamente nel proprio bollettino. In primo luogo, mai come oggi gli italiani trascorrono tanto tempo utilizzando i media, osserva la Federazione. Sono in crescita le audience e il tempo trascorso su TV, Internet e dispositivi mobili e cresce anche il fenomeno della visione differita della TV: “Oltre 1,4 milioni di contatti che, in media, nell’arco di una settimana hanno visto un programma tv in un secondo momento rispetto a quello programmato nei palinsesti. Volendo invece calcolare le famiglie che da Ottobre 2012 ad oggi hanno totalizzato almeno un minuto di ascolto “differito”, la cifra sale a 6,4 milioni.” (Sole 24 Ore, 21 Febbraio 2012). Inoltre, i nuovi media e le nuove tecnologie, in particolare i social media e il mobile, conferiscono al consumatore un potere nei confronti delle aziende mai avuto nel passato. Per questo negli ultimi tempi le aziende sono sempre più interessate a mappare il consumer decision journey. Il tema ha a che fare con lo studio di come le persone utilizzano i media e interagiscono con essi. Ciò vuol dire, ricorda l’ente esponenziale, che mai come adesso le aziende sono interessate a capire efficacia ed efficienza dei media e dei new media, non per disinvestire ma per investire, in modo però più efficace ed efficiente. Nonostante la crisi economica e i problemi che l’Italia ha affrontato nell’ultimo decennio, il settore dei media è uno dei pochi che riesce ancora ad attrarre investimenti dall’estero (Google, Amazon, Facebook, NewsCorp., Discovery, Microsoft, Axel Springer solo per citarne alcuni), proprio perché le prospettive di crescita nel medio termine sono più che allettanti. Per Nielsen bisognerà aspettare il 2014 per assistere alla ripresa del mercato pubblicitario. Ad avviso di FRT, tuttavia “se il nuovo Governo si deciderà ad emanare una norma che incentivi, per esempio attraverso il credito d’imposta, le aziende ad investire in pubblicità l’inizio della ripresa si potrebbe anticipare alla seconda metà del 2013”. (E.G. per NL)
 

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