Tv e pubblicità. UPA: pareggio auspicabile entro fine anno. Necessario piano di riforme

Gli investimenti pubblicitari hanno superato le colonne d’Ercole della rassegnazione e stimiamo di chiudere l’anno in pareggio, nonostante il -2% registrato alla fine del primo semestre”.

Sono queste le parole espresse da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa (Utenti Pubblicità Associati), durante l’assemblea annuale della società. “Dopo sei anni l’emorragia si è arrestata e la fiducia dei consumatori è superiore a quella del 2010, ultimo periodo in cui sono cresciuti gli investimenti”, auspicando un ritorno al segno positivo a partire dal 2015, con un possibile +2%, e l’anno dopo a +3%. De Bianchi ha accennato poi alla situazione della Rai in merito alla lontananza rispetto al resto dei modelli europei di emittenti statali (la soluzione per il presidente Upa passerebbe unicamente dal recupero di almeno il 50% dell’evasione del canone) e alla necessaria abolizione della Commissione di Vigilanza, ossia lo strumento principale attraverso cui la politica interferisce nella strategia della tv di Stato. Altre richieste esplicitate nella relazione di apertura riguardano la defiscalizzazione degli investimenti sulle piattaforme di e-commerce, assieme ad un appello per gli investimenti nell’ultra-broadband: “il nostro paese senza la banda larga muore. Nella classifica della velocità di connessione siamo all’89° posto su 193 paesi, con il Madagascar al 55° posto e l’Uruguay al 36°. Sull’Agenda Digitale il governo dovrebbe parlare di meno e investire di più”. A proposito di tv, anche Auditel andrebbe riformata “dando più spazio alle aziende che investono. Le quote all’interno del cda possono essere assegnate in base a parametri nuovi, come l’audience delle singole emittenti o la raccolta pubblicitaria”. Intanto la raccolta di giugno, come sottolineato dagli stessi vertici Upa, è andata molto bene grazie ai Mondiali: nonostante infatti l’immediata eliminazione della nostra nazionale abbia causato il malumore dei tifosi, Rai e Sky non si stanno di certo lamentando, visti gli eccellenti ascolti ottenuti. Da notare infatti che il match Italia-Uruguay trasmesso sulla piattaforma Sky ha sfiorato i 3 mln di spettatori, raggiungendo almeno per un minuto 3,8 mln di persone: numeri da record se pensiamo che nessun altro programma a pagamento ha mai prodotto successi simili. Anche Rai non è stata da meno, e la partita è stata seguita da 16 mln di persone per uno share complessivo del 67,9%. Ma sono le altre squadre a dare senso all’evento calcistico brasiliano: Spagna, Olanda e Germania superano il milione di ascolti complessivi, anche se il record di appeal è da attribuire al Brasile. E restando in ambito calcistico, Mediaset, che si è aggiudicata non solo il pacchetto della Champions League, ma anche i match delle migliori otto squadre del campionato italiano a partire dalla stagione 2015-2016, come ricorderanno i nostri lettori, scommette proprio sul pallone per ottenere il pareggio dei conti societari. Innanzitutto si tratterà di non perdere la base abbonati, ipotizzando anche che una piccola minoranza di utenti Sky, si converta ad un abbonamento Premium o comunque lo aggiunga alla tv di Rupert Murdoch. Come spiega il vicepresidente Mediaset Piersilvio Berlusconi, “poiché i clienti Sky con sport e calcio sono circa 3,5 mln, se solo 400 mila attivassero un nostro nuovo pacchetto, con un Arpu di 30 euro, moltiplicato su 12 mesi, si otterrebbero ricavi ulteriori pari a 144 mln. Noi abbiamo fatto un durissimo lavoro di efficienze strutturali per 620 mln. Ora ecco i nuovi investimenti sui diritti del calcio, ed è una sfida coraggiosa. Mixando l’arrivo di nuovi abbonati e l’aumento dell’Arpu, noi stimiamo di coprire e superare i costi incrementali. I numeri che abbiamo ci dicono che si può fare. Noi abbiamo l’esclusiva sul digitale terrestre, che eserciteremo sul web e sul satellite”. Intanto il Biscione in collaborazione con la casa di produzione Fascino di Maria De Filippi, sta mettendo a punto nuove strategie per far fronte a un mercato tv in sofferenza: ricordiamo ai nostri lettori che dal prossimo autunno il format dall’enorme successo Italia’s got Talent prodotto da Fascino, si trasferirà sulla piattaforma Sky Uno, con la produzione di Fremantlemedia. Enorme perdita per la De Filippi e i suoi manager, che hanno già attuato strategie basate su nuovi prodotti e nuovi business: al via da ieri il docu-reality Temptation Island, con quattro puntate al giovedì in prima serata su Canale 5, mentre prossimamente verrà trasmesso dalla romana Piazza del Popolo il Summer Festival, presentato da Alessia Marcuzzi. In programma per l’autunno poi il nuovo format Tu si que vales, coprodotto da Endemol e Fascino, che confermerà la giuria di successo composta dalla conduttrice di Amici, da Gerry Scotti e Rudy Zerbi. Come si legge in un articolo apparso su Italia Oggi, l’a.d. di Fascino, Giuseppe De Filippi, dovrà lavorare sodo per meritarsi anche nel 2014 i 250 mila euro di retribuzione incassati lo scorso anno e per tentare di scongiurare la previsione degli amministratori delegati della casa di produzione che nell’evoluzione annuale della gestione non si sono astenuti dal sottolineare come “le prospettive reddituali non potranno non tenere conto di un mercato televisivo che soffre di una congiuntura negativa a livello nazionale”. (V.R. per NL)
 

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